Capo Horn

Mamma, io mica lo so per chi votare.

Lo dici con gli occhi seri, mentre do da mangiare ai gatti.

Realizzo che mancano tre mesi al tuo compleanno.

Mi tremano un po’ le mani, faccio cadere i crocchini.

Il momento in cui mi sarei sentita definitivamente vecchia me l’ero immaginato qualcosa di più solenne.

Vuoi mettere invecchiare all’improvviso leggendo Hillman?

Invece la folgorazione arriva così,mentre i gatti miagolano contrariati

E mi viene da pensare

Cazzo!

Io mica lo so se sono pronta tesoro mio.

Pronta a rinunciare al mio bisogno del tuo bisogno di me.

Ecco, sto diventando come la nonna, parlo di come mi sento io anche quando dovrei chiederti come stai.

Mi detesto.

Perché Fede, al netto di madri rompicoglioni, diciott’ anni è una di quelle tappe che uno dovrebbe segnarsi sulla pelle come i marinai che sopravvivono a Capo Horn.

E a diciott’anni dovresti essere innamorato di un’idea e seguire qualcuno che ti fa credere di poter cambiare il mondo.

E allora mi viene da chiedere scusa, a te e a quelli come te.

Che siete belli come noi non siamo stati mai e avete queste intelligenze verticali e create realtà parallele. Aprite varchi mentre noi sappiamo solo costruire muri o raccontare la fatica del disincanto.

Scusate ci siamo mangiati i vostri sogni, perchè i nostri non si sono realizzati.

Siamo insegnanti demotivati.

Medici incazzati.

Giornalisti disillusi.

Psicologi tormentati.

Siamo politici senz’anima

Intellettuali aridi.

Operai senza più fabbriche.

Siamo quelli che non c’è un futuro.

Quelli che hanno dimenticato la passione.

Che qualsiasi cosa vorrete fare vi diranno “non c’è sbocco”, non fare quello che ho fatto io.

Siamo quelli che non voteranno,

che non ci credono più.

Quelli che non vi hanno lasciato nemmeno la possibilità di votare contro, perchè non c’è più nessuno a portare avanti la lotta.

Siamo un popolo di naviganti con i porti chiusi.

Quelli che mentre si ascoltavano parlare, compiaciuti,

hanno consegnato le chiavi del regno a Randall Flagg e ora lo guardano, immobili.

E tutto brucia.

Noi siamo stanchi, avevamo grandi progetti, abbiamo perso.

Ora è il vostro turno.

Non credeteci quando vi diciamo che non valete, che eravamo meglio noi.

Salvateci.

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