Sabato mia madre ha compiuto ottantasette anni.
Qualche giorno fa ho fatto un selfie con lei.
Solo dopo averlo scattato mi sono resa conto che, praticamente,non abbiamo foto insieme, niente che racconti la nostra storia.
Nell’unica che ricordo avevo tre anni, lei mi teneva in braccio e mi dava un bacio sul naso, un bacio finto, studiato per il fotografo .
Non ha mai saputo esprimere l’affetto con il corpo, e questa è stata una gabbia per me.
Però quando doveva andare a lavorare, mi cucinava le polpette, di notte, perché io le trovassi al mio ritorno da scuola. E anche questo è amore.
E poi aveva un odore incredibile. Un profumo di cose buone. Una persona con un profumo così non può essere cattiva. Ha ancora lo stesso odore, che io ho riempito di assenze e rabbia, ma che mi fa venire voglia di appoggiare la testa nell’incavo del suo collo e tornare bambina.
In quella vecchia foto eravamo sulla spiaggia di Terrasini, lei indossava un abito lungo nero, con dei risvolti rosa. Era biondissima, come tutte le milanesi a quei tempi. Mostrava il suo profilo migliore.
Io un maschietto pallido con i capelli a spazzola, una canotta celeste e il volto imbronciato.
Era bellissima mia madre.
Non solo in quella foto. Inquieta, teatrale e bellissima.
Io ho sempre avuto un aspetto diverso.
La bellezza discreta dei fiori del basilico, che cogli solo se non ti fai distrarre dalle foglie.
Ci ho messo anni a conoscere la donna dietro alle maschere. Ho iniziato a capirla e a non giudicarla, quando ho perdonato e capito me. O viceversa, ora non so più.
Durante il viaggio ho compreso che quando la vita ti fa a pezzi, come ha fatto con lei, per andare avanti devi mettere in scena una nuova recita ogni mattina. Invecchiando non è diventata saggia ma indifesa. Ora è un giardino non cintato. Tutto quello che le passa accanto può calpestarla e fare male. Il passato, a volte, entra come un’onda lunga e si porta via tutto.
Io la proteggo come posso, soprattutto da se stessa. Il tempo femminile è circolare, siamo creature di terra. Il tempo porta l’accettazione e con questa viene il perdono e l’ironia e i selfie con le rughe e la bocca da cappello.